Land Art nel Flevoland olandese, a pochi chilometri da Amsterdam
La più ricca e suggestiva collezione di opere di Land Art si trova nei Paesi Bassi: sette progetti impressionanti, tutti da scoprire






L’uomo da sempre ha trovato il modo di intervenire sulla natura, per convertire l’ambiente in un luogo più accogliente e favorevole. Esempio emblematico di questa riuscita alchimia sono i polder dei Paesi Bassi: terre sottratte al mare fin dal Medioevo e dal Rinascimento, per mezzo di dighe e mulini per il drenaggio. E proprio nel polder più grande d’Olanda, a pochi chilometri da Amsterdam, si trova la più alta concentrazione al mondo di Land Art.
Nella verde provincia del Flevoland appaiono inattesi sette originalissimi progetti, ispirati dal contesto naturale e firmati da alcuni degli artisti più importanti del panorama internazionale. Un museo all’aperto da scoprire lungo itinerari da percorrere in auto o in bicicletta.
Polderland Garden of love and fire (1997) Daniel Liebeskind
Cinque linee intersecanti segnano il paesaggio, disegnando una sorta di criptica iscrizione. Al centro una serie di pareti in alluminio compone la labirintica scultura che simboleggia l’esperienza della scoperta durante la vita umana. Liebeskind ha voluto creare un’opera meditativa, ispirata al polder come simbolo di nuova vita, ma anche a tre città apparentemente lontane: Salamanca, Berlino e Almere, la location dell’opera.
Pier + Horizon (2016) Paul de Kort
Un'ode a Piet Mondrian e alla sua serie di dipinti “Pier and Ocean” del 1915. Ma soprattutto un’ode al vento che soffia sul polder come fosse ancora l’antico mare che era. Paul de Kort ha restaurato una parte della diga lunga sei chilometri che si trovava qui - il cui profilo è evidente nella pista ciclabile in cemento che porta a Oud Kraggenburg - trasformandola nel cuore della sua opera d’arte e circondandola di imponenti canne alte oltre 20 metri oscillanti al vento.
The Green Cathedral (1987) Marinus Boezem
Una verde cattedrale “gotica”, massima espressione delle capacità umane, per simboleggiare il genius loci del Flevoland. Boezem nel 1987 piantò 178 pioppi, seguendo la mappa della cattedrale di Reims del XIII secolo e delle sue colonne. Giunti ormai dopo trent’anni al loro massimo sviluppo, i pioppi lentamente moriranno a simboleggiare la transitorietà della vita dell’uomo. Ma accanto alla cattedrale verde di Almere, si trova il suo negativo, realizzato con querce e siepi di carpino, la cui lenta crescita conserverà la memoria dell’opera.
Earth Sea (Aardzee, 1982) Piet Slegers
È la più grande dei Paesi Bassi: cinque ettari di terreno, accessibili attraverso due ponti pedonali. Un'oasi chiusa nel mezzo del polder aperto. Collinette si inseguono come le onde che muovevano la superficie dello Zuiderzee; sentieri di conchiglie blu e grigie, in riferimento all’aria e all’acqua, scricchiolano sotto i piedi del visitatore per ricreare l’illusione di un passato sempre presente.
Sea level (1996) Richard Serra
Un enorme muro rettilineo composto da due parti allineate, ciascuna lunga 200 metri e separate da uno spazio pure di 200 metri, incrocia un canale. Alle estremità, le pareti si fondono nel paesaggio, quasi impercettibilmente, mentre al centro l’altezza del muro, da un lato, raggiunge quella del livello del mare (ed è da qui che l'opera d'arte prende il nome), dall’altro lato del canale, su un pendio un po’ più alto, arriva a quella della diga che impedisce al mare di riappropriarsi della terra.
Exposure (2010) Antony Gormley
Un uomo accovacciato, in equilibrio tra la terra e l’acqua, si affaccia sul Markermeer dalla diga a Lelystad. È alto quasi 26 metri e creato dall’artista britannico Antony Gormley con 1800 sbarre di metallo a richiamare i tralicci dell'alta tensione del Flevoland, che disegnano il panorama come gli intrecci del sistema nervoso.
Observatorium (1977) Richard Morris
Omaggio ai siti astronomici preistorici “Observatorium” è composto da due cerchi nei quali sono state fatte delle aperture da cui si può osservare il paesaggio del polder e il sorgere del sole nell’equinozio di primavera e in quello d’autunno. Una moderna Stonehenge che Morris ha donato al Flevoland e che accoglie ogni anno, il 21 giugno, il Festival Sunstation, con poeti, artisti e musicisti internazionali.