Le città dei grandi maestri dell’arte
Cinque storie di luoghi e di artisti che a queste città si sono ispirati per i loro capolavori. Ecco un itinerario affascinante e misterioso per svelare l’intimo legame tra genialità e territori
1. Fernando Botero. Meddelín, Colombia
Netflix ci ha fatto appassionare a Narcos e ci ha fatto scoprire Meddelín, dov’è ambientata la serie, città ferita e rinata, nonché “nido” dei due passeri del famosissimo scultore Fernando Botero. Fino al 1995 era presente soltanto uno dei due “pajaros”, poi una strage fece esplodere la scultura di bronzo uccidendo più di 20 persone. Il passero ferito rimase lì per volontà dello stesso Boero, che al suo fianco fece collocare un “pajaro de la paz”, simbolo della nuova Colombia e del suo riscatto. Oggi la città è un vero e proprio museo a cielo aperto, a partire da Plaza Boero, con oltre 20 imponenti opere dell’artista, ai quartieri un tempo off limits, fino alla Escalera Electrica della Comuna 13.
2. Paul Cezanne. Aix-en-Provence, Francia
La Provenza è una delle regioni francesi più suggestive e affascinanti, tant’è che i suoi paesaggi hanno ispirarono uno dei più importanti artisti del XIX secolo, Paul Cezanne. Nato e cresciuto a Aix-en-Provence, città costellata da C di bronzo per segnare il cammino per chi va alla ricerca delle sue tracce, il pittore ha riportato nelle sue tele i colori della Provenza, facendola conoscere in tutto il mondo. Per scoprire l’anima di Cezanne bisogna recarsi in due luoghi speciali: l’Atelier Cezanne, un posto magico in cui sembra che il tempo si sia fermato a quando il pittore dipingeva le sue tele, e le Cave di Bibemus, dalle rocce dalle mille sfumature, che ispirarono le sue opere più famose. Ce ne sarebbe un terzo, la casa di famiglia Jas de Bouffan, ma attualmente chiusa per lavori, bisognerà tornare nel 2019 per visitarla.
3. Adolfo Wildt. Milano, Italia
Adolfo Wildt, il più grande scultore italiano dell’inizio del Novecento, è stato destinato all’oblio per la sua vicinanza al Fascismo e per la sua arte assolutamente originale e non collocabile in nessuna delle correnti dell’epoca. Negli ultimi anni alcune meravigliose mostre hanno ridato a Wildt una parte della sua meritata fama, ma ancora per molti il suo nome suona anonimo, anche nella sua Milano. Eppure la città parla di lui: la Casa dell’Orecchio, il Palazzo Sola-Busca, l’Università Cattolica con l’imponente e surreale Sant’Ambrogio nel Sacrario ai Caduti, Palazzo Berri-Meregalli con la Vittoria e, infine, i giardini della Villa Reale con la Trilogia wildtiana.
4. Frida Khalo. Città del Messico, Messico
Frida Khalo è il Messico. Nonostante Città del Messico sia sempre più moderna e internazionale, i colori e l’amore per la tradizione che hanno fatto di questa artista originalissima e dissacrante un’icona mondiale sono ancora parte integrante della vita vera della città. Frida rappresenta la reale identità del Messico e della città, a partire dal quartiere di Coyoacán, dove si trova la Casa Azul, in cui l’artista è nata e morta, convertita in museo nel 1958. A poca distanza, nel barrio di San Angel, si trova la Casa-Studio di Frida Khalo e Diego Rivera. Ma l’artista è ovunque nella città: nelle bellissime figure di donne-scheletro (le Catrinas) che decorano i locali e si vedono nei mercati, ritratta nelle opere dell’amore della sua vita, Diego, nel Museo Dolores Olmedo nel suggestivo quartiere di Xochimilco, con i suoi canali e le sue barche coloratissime.
5. Gustav Klimt. Vienna, Austria
Gustav Klimt è l’artista viennese per eccellenza, protagonista del movimento artistico della Settecento Viennese, autore de “Il bacio” e di “Giuditta”. Ventiquattro delle sue tele più famose sono esposte al Belvedere, ma altre sue meravigliose opere sono esposte in mostre permanenti al Museo Leopold, al Wien Museum e al Burgtheatre. Tutta Vienna porta la firma di Klimt e lo spirito di illusione, sensualità e fragile leggerezza della Secessione, tra cui la scalinata del Museo delle Belle Arti di Vienna, dove si trovano 40 dipinti in pennacchi ed intercolumni che decorano gli spazi tra colonne e archi, 11 dei quali realizzati da Klimt.
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