Cinque nuove firme – tre al femminile - per 5 premiati arricchiscono la storica botte di Amarone del Premio Masi, giunto quest’anno alla sua 36esima edizione
Le firme scelte lo scorso 30 settembre dalla giuria della Fondazione Masi sono quelle di Emilio Franzina, Paola Marini, Elena Zambon (Premio Civiltà Veneta), Lugi Moio (Premio Internazionale Civiltà del Vino) e Yolande Mukagasana (Premio Internazionale Grosso D’Oro Veneziano). Impresa e ripresa nel Veneto, sviluppo, cultura e gusto da esportare, diritti negati, flussi migratori, genocidi sono, in estrema sintesi, i temi dei protagonisti che hanno trovato l’apprezzamento di tutta la Fondazione Masi e della sua presidente Isabella Bossi Fedrigotti. «Memoria e tradizione», dice Bossi Fedrigotti, «troppo spesso vengono confusi con folklore e anticaglia. Sono invece cose preziose, come questo premio che osserva il mondo ormai da 36 anni».
Per l’ideatore del Premio, Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola: «c’è un filo conduttore che lega i premiati di oggi, ed è la forza delle loro diverse testimonianze: dai diritti negati alla ricerca, dal saper fare al saper raccontare».
Sono tre i vincitori del Premio Masi per la Civiltà Veneta, conferito ai simboli dell’eccellenza della “gente veneta” nei campi della cultura, delle scienze e dell’imprenditoria. Ad aggiudicarselo, la storica dell'arte Paola Marini “per la straordinaria opera di studio e valorizzazione dell’arte veneta, attraverso pubblicazioni e la direzione prima dei Civici Musei d'Arte e Monumenti di Verona e ora delle Gallerie dell'Accademia di Venezia”, citano le motivazioni; oltre all’imprenditrice Elena Zambon “per aver saputo sviluppare nell’industria farmaceutica non solo le potenzialità di ricerca e di espansione all'estero del Gruppo Zambon ma anche i valori morali e sociali posti alla base dell’attività, attraverso la Fondazione Zoé e il Codice Etico della società”. Nella stessa categoria, premiato infine lo scrittore e professore di Storia Contemporanea all’Università di Verona, Emilio Franzina “per aver indagato la storia spesso dimenticata degli ultimi e in particolare dei nostri emigranti, di cui ha ricostruito le condizioni sociali e politiche, le vicende migratorie, le espressioni dell'arte popolare, gli epistolari, le canzoni”. Il Premio Masi Civiltà del Vino è stato assegnato al professore di enologia all’Università di Napoli Federico II Luigi Moio, “per i suoi meriti di ricercatore, sperimentatore, docente e divulgatore che lo hanno reso autorevole del mondo della scienza, delle istituzioni e della nobile cultura della vite e del vino”, mentre il Grosso D’Oro Veneziano pensato per premiare - assieme alla Fondazione Corriere della Sera - personalità o istituzioni che diffondono un messaggio di progresso civile, amicizia, fratellanza e pace tra i popoli è andato a Yolande Mukagasana. Secondo la giuria, la scrittrice che ha raccontato il genocidio nel Ruanda e già candidata al Nobel per la pace, si è aggiudicata il premio “per aver saputo trasmettere attraverso la sua forza d'animo, i suoi scritti e la sua voce un messaggio di verità, giustizia e riconciliazione, oltre che un monito contro i conflitti e la brutalità che alimentano incontrollati flussi migratori, insicurezza e moti di intolleranza tra popoli ed etnie”. http://www.fondazionemasi.com/ita/premio_masi