Alla scoperta della Riviera del Brenta in un weekend
Slow travel tra magnifiche Ville palladiane, musei, grandi artisti e ottimo cibo





Forse fu Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) nel XIV secolo, un precursore del bien vivre in villa: nel 1348 era stato invitato a Padova da Jacopo II dei Carraresi, signori della città, ma fu il figlio di Jacopo nel 1369 a donargli una casa ad Arquà, dove visse conducendo in questa cittadina dei Colli Euganei vita d’agricoltore e di architetto. La sua casa, meta di migliaia di appassionati viaggiatori, oggi come allora è circondata dal verde della lussureggiante flora dei colli padovani: giuggioli, melograni, corbezzoli, viti, more, cachi. Petrarca ci lasciò questo messaggio molto chiaro: Qui, sebbene infermo, vivo nell’animo pienamente tranquillo. Questo senso di serenità l’otium creativo accompagnato all’attività apparentemente modesta dell’agricoltore è alla base della cultura della Villa Veneta. Ancora prima aveva fatto la stessa cosa Pietro, figlio di Dante Alighieri, che aveva lasciato Verona per abitare in Valpolicella, e lo stesso avevano fatto Bembo e Trissino, gli intellettuali del tempo, confermando che la genesi della Villa Veneta fu un fenomeno culturale.
La villa, casa di campagna dove si fa agricoltura
I Veneziani, si sa, erano marinai, ma i nativi di quella comunità che poi sarebbe diventata Venezia, provenivano dalla terraferma di Altino e Opitergium (attuale Oderzo) e dopo aver lentamente fondato il primo nucleo di Venezia, sia per sfuggire alle invasioni dei barbari, sia per produrre sale, non smisero mai di ritornare in terraferma, addomesticando terre e fiumi e soprattutto costruendo solide case col brolo, con frutteti, orti in ogni dove, sia nelle isole di Venezia che nella terraferma. Quindi dopo la genesi come luoghi di pace e cultura da parte dei fondatori dell’Umanesimo, la Villa divenne la classica casa signorile di campagna, dove si faceva agricoltura. Se tra il XV e il XIX secolo, per quattro secoli la Villa cambiò funzione, stili (dal gotico al neogotico, attraverso il Rinascimento, il Barocco, il Neoclassicismo), indubbiamente il massimo dell’espressione fu raggiunto con Andrea Palladio, nato a Padova, di fatto adottato dalla città di Vicenza, dove il suo genio fu subito riconosciuto, tanto da influenzare il concetto di architettura sia nel suo tempo che successivamente, in Europa e nel Nuovo Mondo, infatti l’architettura delle case della Virginia e della stessa Casa Bianca è stata influenzata da quella palladiana.





Le Ville palladiane
Naturalmente più le famiglie aristocratiche erano ricche e politicamente potenti, più desideravano mostrare il loro status e quindi a Palladio e ai suoi epigoni, come Vincenzo Scamozzi commissionarono la progettazione e costruzione delle loro dimore di campagna che col tempo vennero impreziosite all’interno da affreschi e all’esterno da parchi, bacini, fontane, limonaie, frutteti.
Quel tratto della Riviera del Brenta tra Stra e Malcontenta
Per trascorrere un weekend lento, servendosi della barca, abbiamo scelto un tratto della Riviera del Brenta tra Stra e Malcontenta, per provare almeno un pizzico dell’emozione che provavano i veneziani quando lasciavano i loro palazzi o i primi viaggiatori che erano ospiti delle famiglie aristocratiche, che ci hanno lasciato testimonianze del vivere in villa, a contatto con la bellezza, con la storia, con l’arte e con tutti i piaceri che promettono il buon cibo e i piatti della tradizione veneziana, sia di terra sia di mare. Da Padova a Venezia, è possibile sia navigare col Burchiello, una versione moderna a motore dell'antico Burcio, un tempo trainato in certi tratti da cavalli sulla riva del fiume, sia con i battelli che navigano il Brenta, della compagnia di navigazione turistica Delta Tour, ma anche prendere uno dei bus che collegano le due città passando per la Riviera, punteggiata da Ville e giardini, antichi molini, ristoranti, alberghi.
Villa Foscarini Rossi a Stra
Presenta la classica facciata con timpano e pinnacoli, la foresteria, dove un tempo i nobili Foscarini ospitavano personaggi illustri della politica, dell'arte e della nobiltà e dove dal 1994 hanno luogo convegni e ricevimenti, la scuderia abitata da privati. Il Museo della calzatura occupa tutti gli spazi della Villa e riunisce la collezione iniziata con amore dall'industriale della calzatura Luigino Rossi, per molti anni presidente e anima dei calzaturieri del Brenta: qui sono riuniti dal 1995 oltre che modelli veneziani antichi, anche quelli moderni, disegnati dai grandi stilisti dell'alta moda, italiana e internazionale, tutti prodotti dalla Rossimoda. Ci sono, per la gioia delle scuole, di studiosi del costume, di aspiranti stilisti e tutte le amanti del tacco 12, circa 1350 calzature prodotte in 70 anni, tra le quali i modelli di LVMH, nuovo proprietario di Rossimoda e di Villa Foscarini. Nella Foresteria lo splendido colonnato introduce a quattro piani spesso occupati da eventi. Quello più spettacolare è il piano terra rialzato, dove si apre uno splendido salone delle feste, con affreschi di Pietro Liberi e Domenico Bruni.





Villa Pisani Museo Nazionale
A poche centinaia di metri da Villa Foscarini c’è il pontile di Villa Pisani, divenuta Museo Nazionale dopo la nascita della Repubblica italiana. La villa è del XVIII secolo, appartenne ai nobili pisani del ramo di Santo Stefano che a Venezia vivevano a Palazzo Pisani oggi Conservatorio Benedetto Marcello: annoveravano un Doge e un ambasciatore presso il Re Sole; fu venduta per motivi finanziari dai Pisani a Napoleone che la donò al genero Eugenio de Beauharnais. Vi furono ospiti re, principi, capi di stato che giocarono con i destini dell’umanità come Mussolini e Hitler. La Villa sorge nell’ansa del Taglio del Brenta, dall’acqua se ne intuisce tutta la maestosità, un alto muro, interrotto da eleganti cancellate e adornato da statue la rende ancora più imponente. Ma è l’interno con 114 stanze perfettamente arredate, che colpisce i visitatori, in particolare il salone da ballo affrescato da Giambattista Tiepolo. Nel Parco continua l’incanto: un labirinto invita a perdersi, in tutte le stagioni la grande vasca del parterre riflette il cielo con nuvole rosa, arancio, viola, azzurre che riportano ai cieli di Tiepolo. Sia D’annunzio che Pasolini ne hanno fatto una scenografia per la loro arte. Le antiche serre e le limonaie restaurate, ci ricordano che i Pisani furono produttori di agrumi un tempo a Venezia molto ricercati.
Tiziana Moretto, ritrattista di umani e di gatti
Da Stra se si ha tempo è consigliabile fare una piccola deviazione in auto, si arriva a Fiesso D’ Artico, qui si trova una artista che volentieri apre il suo studio di pittura: Tiziana Moretto. I colori sono freschi, i soggetti sono in genere giovani donne spesso in atteggiamento ieratico vestite con costumi d’epoca o donne ritratte con gatti o altri animali che animano la scena. Tiziana, con i suoi sette gatti spesso ritratti singolarmente, fa parte di quelle persone creative che amano la Riviera del Brenta e tutte le attività culturali alle quali si può partecipare. Da Stra a Dolo, la navigazione è lenta e piacevole, il Taglio scorre parallelo alla strada statale, si costeggiano ville, alcune perfettamente restaurate, altre che avrebbero necessità di restauro, altre distrutte dal tornado del 2015. Dolo è una deliziosa cittadina, già immortalata da importanti pittori e vedutisti come Bernardo Bellotto, e Antonio Canal detto il Canaletto, suo maestro.
Qui rivive lo spirito del tempo
C’è una bella passeggiata che porta ai Molini, il rumore della ruota che gira è un sottofondo piacevole e se ci si allunga fino allo Squero monumentale si può immaginare la vita fluviale di un tempo: qui si riparavano le barche e attorno c’erano artigiani, botteghe, locande, delle quali resta qualcosa per esempio la Calle dei Calafati, la Locanda Do Mori, oggi restaurata e accogliente ristorante. Una delle perle di Dolo è l’antica Locanda alla Posta dove un tempo i viaggiatori si ristoravano o dormivano dopo il lungo viaggio in carrozza. Oggi, Pietro Scaldaferro,ha aperto una gelateria naturale dove è assolutamente necessario fare una sosta dove si producono gelati di primissima qualità alla rosa damascena, al sale di Sichuan al miele dei fiori di Barena. Non si spiega la gelateria senza la retrostante fabbrica del mandorlato Scaldaferro, realizzato con gli ingredienti che hanno dato vita alla nuova produzione dei gelati.
I modellini di Emanuela Briani Cagnin
A Sambruson di Dolo, a poche centinaia di metri dai Molini, da non perdere è la collezione di Emanuela Briani Cagnin, che si può visitare solo su prenotazione. L’artista ha creato modellini in carta, cartoncino, legno, poliuretano espanso, rete, rappresentando la storia del giardino, dal Giardino di Livia, cioè quello romano immortalato nei mosaici delle case romane o di Pompei fino al giardino cubista. Dopo aver esposto a Villa Foscarini Rossi, a Villa Pisani, a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, a Palazzo Pitti al Castello di Joenville, nella Casa del giardiniere di Palazzo Gonzaga di Volta Mantovana e a Villa Venier di Mira, sede dell’Istituto Regionale Ville Venete, l'artista ha raccolto i suoi piccoli capolavori negli armaroni, grandi armadi in legno, custodi di grandi corredi.




Per chi desidera un soggiorno in Villa o in Barchessa
A Dolo Villa Mioni Tron offre degli appartamenti di charme e un parco strepitoso, con tanto di laghetto e ghiacciaia. Qui i padroni di casa accolgono per vacanze settimanali e conducono gli ospiti alla scoperta del loro Parco e delle centinaia di piante e fiori presenti. Da Dolo a Mira il viaggio prosegue in barca o in auto. A Mira ci sono ben due ponti girevoli che permettono alle barche di superare le porte cioè le chiuse, con la sapienza idraulica della Serenissima. Villa Franceschi e Villa Margherita, entrambe a Mira, l’una di 27 camere e l’altra di 19, rappresentano due gioielli di ospitalità internazionale: la prima, che ospita anche il ristorante Margherita, appartiene alla catena Relais & Chateaux, la seconda ai Romantik Hotels. Sono di proprietà della famiglia Dal Corso, Remigio e Valeria che hanno saputo trasmettere ai figli Alessandro e Dario i valori dei loro saperi. Si tratta di antiche Ville Venete, restaurate e trasformate in hotels di charme, circondate dal verde, arredate con gusto da Valeria che cura anche gli addobbi floreali. La cucina di Remigio Dal Corso è un’esperienza da fare, è soprattutto a base di pesce di mare e di primizie che le quattro stagioni propongono. Con i dolci, con i sorbetti, la piccola pasticceria, cioccolatini fatti in casa e centinaia di etichette, resta solo la voglia di ritornare.
A Mira Villa Widmann Rezzonico Foscari e la Barchessa di Villa Valmarana
Se si scende dalla barca si attraversano le strisce pedonali sulla statale per entrare a Villa Widmann e finita la visita della Villa, della Barchessa e del Campiello dove si affacciano le scuderie e l’oratorio, si può ammirare il Parco, abbellito da aiuole e statue. Alla Villa c’è l’ufficio informazioni e si può acquistare la Ville Venete Card. La seconda Villa, visitabile con unico biglietto è la Barchessa Valmarana. Dalla Valmarana con una breve passeggiata si può arrivare a Villa Valier della Famiglia Corò, dotata di un bel giardino, di un bellissimo porticato e di sale affrescate. A pochi passi dall’ingresso del parco, c’è l’associazione Canottieri di Mira. Dalla Valmarana prosegue la navigazione fino a Oriago. Qui al semaforo principale, a sinistra di chi va in direzione Venezia, si affaccia Villa Allegri Von Ghega, una vera sorpresa. È una villa privata ma visitabile per gruppi di minimo cinque persone. Vittorio Von Ghega illustra le meraviglie della casa, suppellettili, ricordi, fotografie, racconta aneddoti della famiglia e sembra impossibile che questi i nomi che sciorina con nonchalance – personaggi di cui abbiamo letto nei libri di storia – siano stati ospiti di questa famiglia, che annovera un antenato ingegnere e ministro che costruì all’epoca di Francesco Giuseppe la linea ferroviaria Trieste –Vienna.



E se si dispone solo di qualche giorno…
Si può chiudere il tour delle ville con la visita alla Villa Foscari detta La Malcontenta, l’unica della Riviera costruita da Andrea Palladio. Se si è in auto si vede dalla curva che conduce a Fusina, incorniciata da romantici salici piangenti. Dalla barca si ha un impatto indimenticabile, si va subito indietro nel tempo e si capisce una volta per sempre la portata del fenomeno dell’architettura di Palladio. Emana un’eleganza, un’armonia nelle proporzioni che restano negli occhi di chi ha la possibilità di contemplare la bellezza dell’intelletto, nelle linee architettoniche che si uniscono e si spezzano. Siccome all’acqua ci si affeziona subito e se ne sente la mancanza, si può prolungare il piacere della lentezza sostenibile: da Malcontenta in pochi minuti di auto si arriva a Lova, al km 310 della Romea e qui si apre uno scenario incredibile. Con ATN compagnia di navigazione si scopre la Laguna sud di Venezia, con le tre valli: Cornio, Averto e Zappa. Accompagnati da una guida naturalistica, si può optare per mezza giornata incentrata sulla conoscenza delle specie avicole e della flora di barena, oppure sulla giornata intera, per capire come si sia formata e come venga mantenuta la laguna stessa. Così dalle valli si arriva alle bocche di porto di Malamocco, da cui entrano le grandi navi da crociera, si costeggia San Pietro in Volta e si può scendere a Pellestrina, per assaporare in uno dei tanti ristorantini del pesce freschissimo proveniente da Chioggia, in linea d’aria a pochi minuti. Nel Museo dell’alluvione del 1966 animato da volontari pellestrinotti, si può ammirare la lavorazione di pizzi al Tombolo con i fuselli, un video che racconta i momenti tragici di Pellestrina quando il mare sfondò i murazzi e il Museo con la storia della salvaguardia della Laguna con modellini che spiegano chiaramente la composizione della struttura dei murazzi.
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