Il Garda, dalle onde alle nuvole
Un viaggio nelle meraviglie del lago di Garda: storia, paesaggi e ospitalità

Un lunghissimo lieto evento
Circa 35 milioni di anni fa, per i precisini nell’Eocene, è nata la fossa tettonica che contiene il lago di Garda e le montagne che lo circondano: un’enorme zolla formata da rocce fluide rialzate ai lati a formare le montagne attuali; da questo movimento terrestre sono nati il Monte Baldo, che sovrasta Malcesine, e il Monte Brione a Riva del Garda; scorrevano anche le acque del Sarca, del Chiese e dell’Adige, che erodevano e modellavano le rocce. Nel Pliocene, l’area del Garda, come la pianura Padana, fu coperta dal mare, che invase queste profonde valli depositandovi sedimenti argillosi dove è rimasta l’impronta fossile di molte specie marine. Un’ultima limatina alla fossa del Garda fu data da quattro glaciazioni.
Un paradiso mediterraneo
Tutti questi sconvolgimenti hanno creato un paradiso mediterraneo, che ha favorito l’insediamento dell’uomo: da quello primitivo dell’età della pietra a quello più evoluto del ferro, dagli Etruschi ai Galli, dai Romani ai Longobardi e Franchi. Un passo e siamo nel Medio Evo, periodo in cui sono nati i Comuni e sono fiorite le Signorie: su una sponda i Visconti signori di Milano e sull’altra gli Scaligeri, signori di Verona; su tutti la spunta Venezia, la Serenissima, che si è difesa dagli Imperiali che consideravano il Garda il loro ameno giardinetto. Si è difesa fino alla fine, ma Napoleone Bonaparte il 2 novembre 1796 la cede al “caro Sacro Romano Impero” - come lo chiama Goethe - già entrato però in una lunga agonia durata un secolo e mezzo.
Una passione mai sopita
Quest’attrazione fatale verso il Garda, non è mai finita, oggi non sono più le truppe imperiali, ma dal nord, da Pasqua in poi, sono venuti i nordici: non più barbari ma biondi aitanti biker, wind surfer, velisti, rocciatori, motociclisti, patiti del deltaplano, che dal lago salgono verso la catena del Baldo. Sì sempre lui, l’Hortus Europae, dove si trovano specie alpine che si sono salvate dalle glaciazioni, che non hanno interessato le cime delle montagne attorno al lago, che ancora oggi vedono un’insuperabile presenza di varietà e di rarità botaniche.
L’hôtellerie della Gardesana orientale
Dopo la guerra tutte le famiglie gardesane hanno avviato un turismo casalingo, affittando camere o parte del loro appartamento. Col benessere sono nati campeggi, pensioni, residence e hotel, aiutati anche dagli investimenti privati per la creazione dei parchi tematici come Gardaland, Movieland, e così via. Il salto di qualità - e di stelle - è avvenuto ai giorni nostri: la perla della Gardesana orientale è Bardolino dove si distinguono Aqualux Hotel Spa & Suite e Hotel Caesius Thermae & Spa Resort. Il benvenuto viene dato da San Severo, una bella Chiesa romanica, mentre sul lungolago non sono da perdere la Torre - l’unico residuo del Castello scaligero -, una targa che ricorda lo sbarco di Wolfgang Goethe e la “preonda”, la lastra di pietra del vecchio porto, simbolo della democrazia bardolinese.
Le camere sono 125, arredate elegantemente e perlopiù con vista sul giardino. I punti di forza, oltre alla certificazione Klimahotel, sono l’acqua e la luce: non per niente Aqualux è il nome scelto dai proprietari Viola, produttori dell’omonimo olio dop del Garda da comprare come souvenir nel punto vendita a poche centinaia di metri. L’Hotel, inaugurato nel 2014, è aperto tutto l’anno e diretto con dedizione da Lara Udovini; ha 4 stelle e fa parte della catena WorldHotels. Offre due ristoranti: Evo, per chi desideri pranzare o cenare à la carte e il ristorante Italian Taste, dedicato agli ospiti residenti. Lo Chef Simone Gottardello punta su materie prime scelte con cura, con una preferenza per quelle di stagione e a km 0; la sua creatività, senso del colore e della composizione rendono i suoi piatti autentici capolavori. L’acqua, quella esterna e quella interna della spa, si estende per 1000 mq di benessere.
L’Hotel Caesius Thermae & Spa Resort
Aperto tutto l’anno, è affidato a Marco Montagnani e di proprietà di Europlan, il maggiore tour operator del Garda. Offre 158 camere doppie e 27 suite, un importante centro congressi, parcheggio esterno e interno.
Hotel Caesius dispone di due brigate di cucina guidate dall’Executive Chef Alessandro Salandini: una specializzata nei piatti della tradizione gardesana e di quella italiana, l’altra dedicata alla preparazione dei piatti della cucina ayurvedica; nel 2006 è stato infatti inaugurato il Centro Ayurveda, che accoglie ospiti da tutta Europa: dopo una visita accurata da parte del medico Silvano Pomari, che esegue una tradizionale anamnesi, si ha qui la possibilità di sottoporsi all’analisi del polso per definire a quale dosha (Vata, Pitta, Kapha) si appartenga; quindi il dott. Pomari consiglia il menù da seguire, basato sui cinque gusti riconosciuti dall’Ayurveda e i trattamenti terapici ayurvedici, praticati da Mario Pilotto, grazie ai quali si può raggiungere un equilibrio armonioso e diminuire il grado di infiammazione nell’organismo.
All’Hotel Caesius sgorga un’ottima acqua oligominerale, consigliata per la balneazione ma anche per cure idropiniche, la troviamo inoltre nei prodotti di bellezza consigliati da Sabina Bonvissuto, la beauty manager.
Infine una chicca: a disposizione degli ospiti in estate c’è il ketch d’epoca San Nicolò di 17 metri, che naviga a vela nelle acque azzurre del lago.
Nell’alto Garda, nella Riva trentina, si distinguono due hotel poco distanti tra loro e affacciati su una terrazza naturale che dall’alto appare come un fitto parco, con piante, alberi e arbusti mediterranei. Sono due bellissime strutture, che continuano la grandeur asburgica del passato di Riva, entrambe dirette da Gabriele Galieni: Du Lac et Du Parc Grand Resort (quattro stelle Superior), che offre 220 splendide camere e Lido Palace Hotel (cinque stelle L) che conta 42 altrettanto meravigliose camere; entrambi gli hotel hanno grandi spazi dedicati al benessere, piscine e un’ottima ristorazione.
Al Du Lac et Du Parc regna l’Executive chef Marco Brink, al Lido l’Executive chef David Cattoi, sia presso Il Re della Busa che al Tremani, Il Du Lac ha eseguito importanti restauri nelle camere e nelle parti comuni: nei primi mesi del 2018 sono state restaurate tre sale, la Magnolia, la Glicine e la Rosa, ideali per accogliere eventi pubblici e privati.
Il Grand Tour
Ci hanno pensato pittori, poeti, scrittori a celebrare le acque del Garda. Ha iniziato Michel de Montaigne nel 1580, ma è con Wolfgang Goethe che il lago trova il grande cantore. Arrivato a Rovereto, gira ovunque in carrozza e in barca visita Malcesine e Torbole, disegnando rovine e scrivendo versi immortali:
Conosci la terra dove i limoni mettono il fiore,
le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso,
la conosci tu forse?
Lo seguono a ruota Stendhal, Byron, Heine, Trakl, Rilke,Thomas Mann, Heinrich Mann, David Herbert Lawrence, Franz Kafka, Ezra Pound, James Joyce e André Gide. Non sono soltanto i poeti a descrivere il Garda, per esempio Jean-Baptiste Corot ha dedicato ben tre tele al lago e Klimt una visione di Malcesine e una di Cassone.
Da Malcesine al Monte Baldo
Grazie alla modernissima Funivia Malcesine Monte Baldo si sale in vetta al Rifugio Baita dei Forti della famiglia Menotti; da lì si gode di un paesaggio mozzafiato sia sul versante veronese da dove si vede Malcesine diventare un puntolino e soprattutto il grande e azzurro Garda, incorniciato dalle catene lombarde; sul versante opposto, prendendo la seggiovia Prà Alpesina, di proprietà della Funivia, si scende a quota 1400, in un mondo incantato di fiori, pascoli e malghe. Siamo in Trentino, nel comune di Avio; all’arrivo della seggiovia una bella sorpresa: lo Chalet Falco gestito da Marina Campostrini, aiutata dalla figlia Ginevra, appena uscita dalla scuola come pasticcera. Qui si può fare una degustazione di canederli, bianchi di ricotta con mirtilli, ai porcini, allo speck o allo spinacio selvatico; tutto è fatto in casa, compresi strangolapreti, gnocchi di patate, orzotti e molto altro ancora.
Da questo incantevole luogo si può andare alla scoperta dei fiori del Baldo, mitici e incredibili, perché una volta tanto la fama corrisponde alla realtà: si incontrano le Stelle alpine, il Giglio Martagone, le Genziane di Koch, gli Anemoni, il Raponzolo di roccia… amici da non raccogliere, solo da fotografare perché protetti.
Le notti al rifugio
Se il cielo è terso si vedrà una via Lattea strepitosa: il rifugio offre 6 camere e la cucina propone pappardelle fatte in casa con il capriolo o con i funghi, taglieri di salumi e formaggi tipici con polenta di Storo e non solo. La colazione del mattino è allietata da un pane speciale fatto in casa, è naturalmente energetica e aiuta ad affrontare altre avventure o camminate, per esempio al Rifugio Graziani, oppure al Telegrafo. Da Menotti si vendono campanelli anti orso, perché talvolta se ne vedono in giro, oltre alle marmotte e caprioli, ma se ne avvistate uno è meglio muoversi con lentezza, non guardarlo mai negli occhi e - se ha un piccolo - non avvicinarsi, altrimenti non racconterete la storia dell’orso a nessuno.
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