Liguria sconosciuta: 5 borghi da non perdere
Dalla medievale Apricale al piccolo principato di Seborga, dalla romantica Tellaro all’antica Repubblica Marinara di Noli. Viaggio alla scoperta di una Liguria che non ti aspetti ma che ti sorprende a ogni angolo



Non sono certo famosi come le Cinque Terre e forse non avranno il fascino glamour di Portofino e Porto Venere, né gli hotel di lusso di Santa Margherita e Rapallo. Ma questi cinque borghi storici della Liguria, che abbiamo selezionato tra le molte perle nascoste di questa regione, saranno capaci di stupire anche il viaggiatore più esperto, svelando la loro bellezza nascosta tra i vicoli e le piazzette carichi di storia e cultura, regalando emozioni mozzafiato di fronte allo spettacolo del mare e passeggiate indimenticabili su e giù per le colline e le montagne. E allora seguiteci tra i carrugi di Apricale e sulla terrazza di Cervo, visitate con noi il minuscolo principato di Seborga, la poetica Tellaro e l’antica Repubblica Marinara di Noli, per scoprire una Liguria inaspettata e bellissima.
Apricale
Mentre si sale su per la montagna, in mezzo al verde intenso della vegetazione, la vista del borgo di Apricale toglie davvero il respiro. Dopo un’ennesima curva, si vede questo fazzoletto di case adagiate sulle pendici scoscese dei monti nell’entroterra di Bordighera, un ricamo di tetti rossi e muri di pietra che si fonde con il panorama e i suoi colori. A 13 chilometri dal mare della Riviera di Ponente, Apricale è un piccolo tesoro recentemente restituito al suo fascino autentico da attenti lavori di recupero e restauro, operati da artisti internazionali e imprenditori illuminati, che hanno deciso di far rivivere questo piccolo gioiello medievale. Bellezza, arte e cultura hanno invaso i caruggi che si inerpicano su e giù per la montagna, regalando la vista spettacolare sulla Val Nervia e scorci indimenticabili sulle case antiche, trasformate in atelier di pittori e originali camere d’albergo (in particolare dell’Albergo Diffuso Munta e Cara).
Le macchine si devono parcheggiare in fondo al paese, e da lì ci si muove a piedi per raggiungere il Castello della Lucertola del X secolo, che ospita mostre ed esposizioni, l’originale piazza Vittorio Emanuele, che a gennaio e in agosto si accende di passione, d’estate come d’inverno, con la manifestazione Apricale Tango, e la Galleria del Teatro, che ospita tutte le estati le rappresentazioni della celebre compagnia del Teatro della Tosse, fondata da Emanuele Luzzati. Il miglior souvenir da portare a casa, qui è senza dubbio una bottiglia di ottimo olio extra vergine d’oliva DOP Riviera dei Fiori, ricavato da sole olive taggiasche.
Cervo
Poco distante da Apricale, ma affacciato direttamente sul mare, il borgo di Cervo è un altro luogo di incanto e fascino, conosciuto sì dai turisti, ma non troppo, e quindi tranquillo e godibilissimo. Anche qui il tempo sembra essersi fermato: strette tra il blu del mare e il verde delle colline, le sue case medievali, i caruggi e gli archi in pietra, le piazze e le terrazze disegnano uno scenario da favola, autentico e vibrante, da percorrere unicamente a piedi e in tutta calma. Mentre Apricale si scopre in salita, Cervo, superate le mura del borgo, scende verso il mare, tra scalinate di pietra e vicoli acciottolati. Prima di arrivare alla spiaggia di sassi si raggiunge la scenografica piazza di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista, detta “dei Corallini” perché costruita tra il XVII e il XVIII secolo grazie alle offerte dei pescatori di corallo. Il sagrato della chiesa è di per sé un luogo magico, dall’acustica pressoché perfetta. Lo scoprì oltre mezzo secolo fa Sandor Vegh, il celebre violinista ungherese, che vide grandi potenzialità nella caratteristica facciata concava della Chiesa di San Giovanni e decise di trasformare il borgo di Cervo nel centro della Musica da Camera.
D’estate la piazza e tutta la città, dagli antichi palazzi, alle chiese, alle piccole e bellissime piazzette nascoste, si trasformano nel palcoscenico del Festival Internazionale di Musica da Camera, mentre durante tutto l’anno il vivace borgo ospita eventi culturali e mercatini colorati. Anche a tavola Cervo sa sorprendere e conquistare. Il pesce freschissimo la fa da padrone, accompagnato dall’ottimo Riviera Ligure di Ponente Vermentino DOC.


Noli
Si pensa spesso al Medioevo come a un’epoca buia di chiusura e superstizione. Eppure questa visione distorta, mutuata da un pregiudizio d’epoca rinascimentale, non trova fondamento, specie quando si guarda alla storia di prosperità, viaggi e avventure delle Repubbliche Marinare, città portuali italiane che ebbero, a partire dal IX secolo, indipendenza, autonomia e grandi ricchezze commerciali. Le più famose sono Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. Ma altre quattro ebbero pure un’importanza notevole e tra queste c’è la piccola cittadina ligure di Noli. Dal suo bellissimo porto partivano le navi con uomini e vettovaglie dirette in Terra Santa al tempo delle Crociate. In particolare tra il XIII e il XIV questa piccola Repubblica Marinara, alleata con Genova, usò le sue ricchezze per costruire ben 72 torri, imponenti mura e palazzi prestigiosi. Testimoni dell’antico splendore restano oggi solo una piccola, ma meravigliosa parte di questi magnifici edifici: dalla Porta di Piazza alla casa Pagliano, dalla torre del Canto a quella del Comune, dai tratti della cinta muraria al castello di monte Ursino, che, secondo la leggenda, ispirò a Dante la descrizione del Purgatorio. Bellissima anche l’antica cattedrale di San Paragorio, emblema del Romanico ligure, che risale al XII secolo e dove, secondo la tradizione, nacque la Repubblica Marinara il 7 agosto del 1192. A Noli si mangia “il piatto dei Dogi”, una versione del “cappon magro”, una specie di torre di pane biscottato, pesce e verdure.
Seborga
Con 315 abitanti è uno dei comuni più piccoli del nostro Paese. Ma soprattutto Seborga, o meglio, il Principato di Seborga è il più piccolo Stato del mondo, sebbene immaginario. Qui è necessario un chiarimento: per lo Stato italiano le pretese d’indipendenza di questo piccolo borgo non hanno fondamento giuridico, ma appena messo piede in questo antico e affascinante paesino, i viaggiatori non potranno che abbandonarsi all’illusione di trovarsi in un minuscolo reame medievale. Non si tratta di una pura invenzione di marketing, né di un parco tematico. Seborga è un antico e attraente borgo, risalente al X secolo, fatto di stretti vicoli acciottolati, archi e porte in pietra, che conducono alla bella Piazza San Martino, con il Palazzo dei Monaci, dove si conserva l’antica zecca seborghina. Senonché i suoi abitanti, verso la metà del secolo scorso, sostennero che dopo l’unificazione italiana, a opera dei Savoia, il Principato di Seborga non venne legittimamente elencato tra le proprietà del Regno d’Italia. Pertanto, con un plebiscito elessero il proprio principe Giorgio I nel 1963, al quale successe nel 2010 Sua Maestà Marcello I, recentemente riconfermato al trono.
Ormai da oltre cinquant’anni il piccolo regno immaginario ha un proprio Consiglio dei Priori, una propria costituzione, batte moneta, il “luigino”, ed emette patenti e passaporti (naturalmente privi di valore legale). Che si tratti di una trovata turistica o di un reale spirito d’indipendenza, l’originale storia di Seborga regala a questo antico borgo ancora più fascino e magia. Il piatto tipico è il Coniglio alla seborghina, con un trito di fegato, olive taggiasche e vino bianco. Sarebbe più o meno il Coniglio alla ligure, ma nel Principato si offendono se lo chiamate così.
Tellaro
È affacciato sul Golfo dei Poeti, proprio di fronte a Porto Venere e all’isola di Palmaria, eppure il borgo di Tellaro è sconosciuto a molti. Niente più che una frazione della più nota Lerici, questo piccolo e delizioso gruppo di case arroccate sulla scogliera dipinge uno degli scorci più pittoreschi della Liguria. Il paesino d’epoca medievale, come testimoniano le mura e le torri pisane, è oggi un piccolo esclusivo porto turistico, ma conserva orgogliosamente i suoi tratti storici, il suo carattere solitario e tranquillo, le sue leggende. La più nota è quella del polpo gigante, che, secondo quanto tramandato dalla tradizione popolare, uscì dal mare durante la notte e suonò la campana della chiesa cinquecentesca di San Giorgio, allertando gli abitanti dell’attacco dei saraceni e salvandoli così da una fine terribile. Anche le pareti color rosa pastello della chiesa arroccata sullo sperone di roccia raccontano questa storia, con un’iscrizione che recita: “Saraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabat”.
Tellaro, con la sua bellezza ruvida e incantatrice, ha conquistato il cuore e la penna di molti poeti e scrittori: Mary e Percy Bysshe Shelley vissero un tempo nella casa bianca di San Terenzo, lo scrittore D.H. Lawrence e la sua compagna Frieda si trattennero a Fiascherino, incapaci di abbandonare quel meraviglioso e selvaggio panorama, e poi ancora Henry James, Charles Tomlinson, Virginia Woolf, Attilio Bertolucci, Giovanni Giudici, Eugenio Montale e Mario Soldati, che descrisse il borgo marino come “un nirvana tra mare e cielo, tra le rocce e la montagna verde”. Forse con poco spirito di gratitudine, o forse proprio in omaggio all’invertebrato salvatore, il piatto tipico di Tellaro è il polpo alla tellarese, lessato, accompagnato con patate, olive, aglio, prezzemolo e succo di limone.