Tradizione e rinnovamento a tavola: i ristoranti del buon ricordo
La storica unione della ristorazione italiana si dimostra pronta a rispondere alle attese del cliente di oggi e di domani

L’emergenza Coronavirus ha portato a tanti punti di domanda su come sarà il futuro, anche nel mondo della ristorazione. Ma se i modi e i tempi della ripartenza sono ancora in forse per alcuni, quello che sicuramente non mancherà è quello che caratterizza l’esperienza culinaria italiana: il binomio perfetto tra tradizione e innovazione. Lo sanno bene i Ristoranti del Buon Ricordo, la prima associazione di ristoratori nata in Italia, ormai nel 1964, e accoglie eccellenze gastronomiche italiane (dentro e fuori i confini nazionali) che offrono esperienze culinarie declinate all’autenticità e al piacere per la buona tavola. Ma la fedeltà alla tradizione può e deve unirsi all’inventiva contemporanea, ad una creatività che punti a valorizzare le proprie radici parlando però un linguaggio immediatamente comprensibile dai clienti. Questa è la direzione imboccata negli ultimi anni e con sempre maggior decisione e successo dall’associazione dei famosi piatti dipinti a mano dagli artigiani della Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare.
Una volontà rappresentata nelle più recenti iniziative: dalle partnership strategiche e prestigiose con le eccellenze dell’enogastronomia italiana, agli eventi internazionali, come il Gran Finale della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo presso l’Ambasciata italiana a Parigi, fino alla serata di gala milanese nella quale si è celebrata la presentazione della Guida 2020 e di nove nuovi ristoranti associati, tra i quali due templi della cucina italiana all’estero.
Tradizione e rinnovamento a tavola: la cucina della nonna al passo con i tempi
L’obiettivo condiviso dall’associazione e i suoi partner è quello di attrarre una clientela, nazionale e internazionale, che cerca la cucina tradizionale, ma è attratta anche dal nuovo. Per far questo i ristoranti del Buon Ricordo, pur nella propria unicità e indipendenza, si riconoscono oggi in una cucina regionale che però non intende restare ferma al passato, che si muove al passo con i tempi, anche in direzione di una cucina rivisitata, mantenendo sempre la centralità dell’accoglienza, meglio se dal sapore di famiglia.
Oggi c’è un ritorno alla cucina della nonna e alla cucina tradizionale, ma qualcosa nell’associazione andava rinfrescato. Si tratta di difendere, sì, la tradizione (e i prodotti tipici e l’agricoltore vicino casa), ma anche di “alleggerire” i piatti, presentandoli in modo impeccabile, con stile per regalare emozioni agli ospiti. Ecco, al di là del piatto sono le emozioni quelle da collezionare. Per questo anche la sala è fondamentale.
L’esperienza è dunque qualcosa che va oltre la sola proposta culinaria. All’eccellenza del menù e al suo legame con il territorio si deve accompagnare pertanto la cura e l’attenzione all’accoglienza, che sia volano per la valorizzazione del territorio e strumento di promozione per tutto il circuito dei ristoranti dell’associazione.
«Noi Ristoranti del Buon Ricordo vogliamo essere punti di riferimento per un turismo enogastronomico e anche lavorare da piccoli uffici turistici, raccomandando cosa andare a visitare nei dintorni. È quello che il cliente oggi si aspetta: un patron che accoglie col sorriso e ti fa gustare la cucina del territorio, naturalmente con il proprio stile, chi più innovativo chi più tradizionale; un’accoglienza sincera da cui traspaia il rispetto dei collaboratori, considerati come parte di un progetto di sostenibilità ambientale e umana. Tutto questo arriva al cliente che si siede al tavolo e lo fa uscire pensando di tornare appena possibile» ha dichiarato Luciano Spigaroli.