La comunicazione digitale nel settore medico-scientifico
In un’epoca di restyling digitale e di ricambio generazionale, anche i congressi medico-scientifici si rifanno il look per sfoggiare una comunicazione che ingaggia, a colpi di storytelling e speedmentoring.
I medici diventano social e anche il settore medico-scientifico scopre l’importanza di una comunicazione digital efficace e coinvolgente. Via il vecchio modus operandi e spazio ai nuovi piani di comunicazione, rivoluzionari e creativi, cuciti su misura delle nuove generazioni di medici.
Tra gli strumenti più innovativi abbiamo:
- Gli Speedmentoring, spazi di approfondimento di 15 minuti con esperti senior;
- le “Sir Young” dei reumatologi, che rafforzano il legame tra medici e pazienti;
- le piccole Masterclass in cui i partecipanti sono liberi di interagire con l’esperto;
- l’uso di Social Media e di Youtube per promuovere i congressi.
La scienza trova la sua identità nell’incontro con l’arte
Il Congresso Pediatrico “I pinguini” è oggi un brillante esempio di strumento di comunicazione non convenzionale, che fa dello storytelling la sua linea guida. L’ultima edizione, tenutasi a Firenze, ha integrato la cultura scientifica con la cultura artistica locale, scegliendo come tema la Divina Commedia: il risultato è stata un’ambientazione inconsueta e intima, scandita dall’interazione tra platea e protagonisti e da tematiche cliniche delicate recitate a gran voce da attori professionisti. Rosangela Quieti, managing director Congress Division diAim Group International, ha parlato, appunto, dell’esigenza di mettere a punto iniziative singolari e creative, per ingaggiare i partecipanti ai congressi e stimolare le nuove menti che si affacciano al settore.
Le emozioni che guidano il cambiamento
Max Galli, fondatore di Van Gogh, agenzia di creatività digitale acquisita dalla società di congressi Aim Group, ha parlato invece del ruolo che le emozioni hanno nella comunicazione aziendale, «Sono il vero motore del coinvolgimento» dice, ma «è importante che siano coerenti al messaggio e che quest’ultimo riesca a trasmettere l’identità del brand». Ciò che guida un’emozione, quindi, è sempre l’idea creativa purché, prosegue Max, «sia autentica e faciliti l’identificazione».
Per emozionare la storia deve rispecchiare la fonte stessa, e per fare ciò è importante affidarsi a degli storyteller professionisti che conoscano le regole del public speaking. «Non basta salire su un palco e vomitare dati e budget, bisogna ispirare gli interlocutori con uno stile proprio e autentico, toccare le corde emotive di chi ascolta e mettere le proprie storie personali al servizio degli altri».
Ma come riuscirci? Il segreto sta nell’organizzare le micro-storie d’impresa in una narrazione organica e convincente e conoscere a fondo i propri interlocutori.
La tecnologia offre sicuramente il suo contributo perché in questi contesti favorisce l’immersione e l’interazione: pensiamo agli schermi interattivi e alla realtà virtuale che possono abbellire le presentazioni tecniche. La tecnologia quindi è un prezioso alleato purché sia usata «nel pieno rispetto delle emozioni, che a conti fatti sono le uniche vere responsabili del cambiamento», conclude Max.