Riscoprire la lentezza con il turismo slow
In un mondo che corre veloce, il concetto di lentezza è sempre più centrale nella vita di chi non si vuole arrendere alla schizofrenia di oggi. Il tempo libero e i viaggi ci fanno riappropriare di spazi, tempi ed emozioni in un’ottica sempre più slow.
Nel 1986 nacque Slow Food, diventato negli anni un paradigma internazionale della tutela, salvaguardia e recupero di un modo di vivere e mangiare più autentico e attento alla tradizione e alla qualità.
Dal cibo ai viaggi il passo è stato naturale, ma è stato solo negli ultimi anni che il Turismo Slow è diventato un vero e proprio modo di viaggiare e intendere la vacanza. Lentezza in questo caso coincide con sostenibilità, ricerca delle tradizioni, rispetto delle persone, dell’ambiente e dell’ecosistema locale, coinvolgimento e scoperta dell’autentico e non ripetibile. «Dai cammini al turismo nei borghi, dal turismo enogastronomico al trekking, dal cicloturismo all’ippoturismo, dal birdwatching al turismo natura o a quello fluviale… è possibile vivere esperienze e attività “slow” in tanti modi diversi», racconta Alessandro Tortelli, direttore del Centro Studi Turistici di Firenze, «Lo Slow Tourist cerca l’autenticità di esperienze vere, per scoprire la bellezza dei luoghi, ma anche la cultura e le tradizioni locali».
Il cammino, la scelta prediletta dallo slow tourist
E proprio sui turisti in cammino, secondo i dati raccolti dall’editore Terre di Mezzo, nel 2018 sono state 32.338 le persone che hanno chiesto la credenziale per uno degli itinerari nel Belpaese e 27.009 italiani sono arrivati alla Cattedrale di Santiago.
In Italia c’è stata una crescita del 27,2% che coinvolge solo in un quarto dei casi persone mosse da motivi religiosi e che vede i seguenti itinerari tra i più gettonati, in ordine decrescente di preferenza:
- la Via Francigena;
- i Cammini Francescani;
- la Via degli Dei;
- il Cammino di San Benedetto;
- i Cammini Francigeni di Sicilia;
- la Via Romea Germanica.
L’identikit dei viaggiatori che amano camminare
In maggioranza uomini (57%), in prevalenza over 40 (72,7%) e con un buon livello culturale. Trovano il tempo da dedicare al cammino anche se il 73% ha un impiego, come dipendente (49%) o libero professionista (18%). Il 74% ha fatto più di un cammino, non solo in Italia. Sono per lo più lombardi (28%).
Al di là di quella religiosa (25%), fare trekking (52%), stare nella natura (50%) e scoprire il territorio (46%) sono le altre ragioni che motivano i viaggiatori a optare per i cammini en plein air.
Il risveglio dei borghi
Parte integrante dello Slow Tourism è poi il turismo nei borghi. «Negli oltre 5.500 borghi italiani nel 2018 ci sono stati circa 22,8 milioni di arrivi e 95,3 milioni di presenze, tra italiani e stranieri», racconta Alessandro Tortelli. Dal 2010 al 2018 l’offerta ricettiva nelle città di interesse storico artistico in Italia è più che raddoppiato, con una crescita del 126% nel numero degli esercizi e un aumento dei posti letto del 25%. Negli ultimi 8 anni gli arrivi nei borghi italiani sono cresciuti del 22,3% e le presenze sono aumentate del 10%, grazie soprattutto all’importante aumento dei turisti stranieri.
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