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Treviso
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2018

Com’è cambiata Treviso!

Una destinazione in continuo fermento creativo, turistico e imprenditoriale che guarda al futuro
 

Piazza dei Signori, cuore di Treviso_1 Vittorio Veneto (Serravalle) - Archivio del Comune_2 Treviso, Canale ei Buranelli. © Archivio della Provincia di Treviso_3

È impossibile tracciare una storia di Treviso in poche parole, ma è possibile dire che Treviso è stata più forte di tutti coloro che l’hanno abitata e governata.

La rivalorizzazione delle ville venete

A partire dagli anni ’60 e fino al 2000 era la locomotiva del Nordest e veniva portata ad esempio in tutto il mondo. Negli stessi anni, a opera di intellettuali come lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso e del critico d’arte Giuseppe Mazzotti, nel 1958 fu fondato il primo nucleo dell’ente per le ville venete (poi trasformato in Istituto Regionale Ville Venete) che portò alla rivalorizzazione delle tante dimore storiche, in particolare di ville palladiane delle quali esistono luminosi esempi nel trevigiano.

Alla riscoperta della “Marca gioiosa et amorosa”

Raggiunto il benessere grazie alla loro creatività e lungimiranza, i grandi, medi e piccoli imprenditori trevigiani hanno ridistribuito una parte di ricchezza sul territorio; hanno riscoperto e valorizzato la bellezza della loro città capoluogo e delle altre piccole d’arte come Asolo, Castelfranco, Conegliano, Vittorio Veneto, insomma della loro “Marca gioiosa et amorosa”.

Per fortuna i trevigiani non hanno devastato la città con deturpazioni edilizie, anzi, hanno restaurato sotto l’occhio vigile delle istituzioni molte parti del centro storico ferito dai bombardamenti dell’ultima guerra; sono stati restaurati e aperti musei anche nelle piccole città d’arte come il Museo Casa Giorgione, la Gipsoteca di Antonio Canova a Possagno o la Casa dei Carraresi, da tutti conosciuta come la prima sede di mostre sugli impressionisti di Marco Goldin; hanno protetto il bello, scoprendo col naso all’insù che la loro città è un’Urbs Picta e senza dimenticarsi di Giovanni Comisso che l’ha celebrata. È da vedere la sua casa, situata in un luogo incantevole, nel Canale dei Buranelli, dove il mormorio della corrente ci ricorda che Treviso è città d’acqua e che il suo legame con Venezia e la Laguna è sempre stato fortissimo, tanto che, fino all’altro ieri, si presentava alle fiere di turismo come “il giardino di Venezia”.

Un’importante trasformazione

Tutta questa effervescenza, questi lieviti, sono stati filtrati e valorizzati da soggetti associativi, istituzionali, finanziari, pubblici e privati e una volta assodato l’interesse per la città e il suo territorio da parte di tutti i tipi di turismo, leisure, corporate, business, congressuale ed eno-gastronomico, Treviso ha voluto essere ancora una volta d’esempio nel Veneto e sta trasformando il Consorzio di Promozione turistica in Fondazione Marca Treviso per la valorizzazione di temi turistici e prodotti attraverso sezioni specializzate – come Marca Treviso Convention Bureau, Marca Treviso travel, Treviso Film Commission – e Reti d’impresa come Cycling in the Venice Garden, Matrimonio all’italiana, Golf in Veneto. E tutti stanno a guardare il nuovo fenomeno, un vero moltiplicatore di opportunità e non si rendono conto che i trevigiani quando si tratta di futuro non scherzano, parola di Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di treviso e Belluno, Giovanni Garatti presidente del Consorzio di Promozione turistica Marca treviso e Alessandro Martini direttore della stessa. E dei capitani coraggiosi, proprietari o direttori che da anni hanno contribuito a far conoscere le meraviglie di Treviso. A loro chiediamo come sia cambiata e quali siano gli sforzi ancora da compiere.

Giovanni Cher_1 Francois Droulers_2 Roberta Basso_3 Tiziano Simonato_4 Ivana Casagrande_5 Enrico Mazzocco_6 Elisabetta Caminiti_7 Marco Tamaro_8

Giovanni Cher, Gruppo Sogedin

C’è aria di nuovo nel panorama dell’ospitalità trevigiana?

«Come presidente dell’Associazione Albergatori di Treviso posso rilevare che, negli ultimi anni, il panorama turistico trevigiano ha subito una notevole trasformazione: si è passati da un’offerta rivolta esclusivamente al mercato del business travel a una nuova proposta legata all’esperienza e alle emozioni da vivere sul territorio. Si è incominciato a non limitare più il soggiorno al semplice pernottamento ma si è puntato a far conoscere la cultura, le tradizioni, i sapori e le caratteristiche della Marca trevigiana. inoltre, la digitalizzazione ha contribuito a rilanciare angoli del territorio rimasti inesplorati fino a poco tempo fa e convinto molti giovani imprenditori a investire in questo settore, portando una sferzata di novità e di fermento. Questa nuova aria ha rilanciato anche il mercato del Mice che ha trovato in Treviso una destinazione ideale per organizzare meeting ed eventi. Il “giardino di Venezia” sta finalmente rifiorendo: sono sorte nuove e importanti strutture congressuali e quelle già esistenti si sono aggiornate in qualità e in tecnologia, utilizzando il post congress come valore aggiunto all’offerta».

Francois Droulers, DHotels

I meeting del futuro che cosa richiederanno?

«Come presidente della Sezione turismo di Confindustria Venezia e come presidente di DHotels ritengo che il Veneto sia una regione di grande appeal; racchiude infatti tutto quello che si possa desiderare: mare, collina, montagna, laghi, arte, storia. Ma quello che interessa alle aziende, oltre alle location e alla destinazione, sono le infrastrutture e la logistica. Da questo punto di vista Venezia e Treviso sono tra le destinazioni più fortunate per collegamenti aerei, autostrade, ferrovie. Per i meeting 4.0, la tecnologia rappresenta anche l’indicatore che indirizza la scelta, insieme all’aspettativa di un buon trattamento economico e delle esperienze che si possono vivere sia sul territorio che nei nostri Hotels. L’offerta di DHotels, Doubletree by Hilton Venice North e Four Points Sheraton Venice Mestre va incontro alla richiesta di un’offerta più ricca di servizi che includa attività di supporto (per esempio team building da realizzare in home) in modo che l’ospite possa vivere qualcosa di unico e memorabile sul territorio, un’esperienza da ricordare e dalla quale sentirsi arricchito».

Roberta Basso, Gruppo Basso Treviso

La decisione di acquisire il Brand Best Western Premier per l’Hotel BHR è stata presa già in fase di progettazione?

«Certamente sì. È stata una scelta riconducibile al nostro core business. Dal 1930, la nostra attività principale è quella dell’operatore immobiliare e del costruttore, perciò il nostro obiettivo è quello di realizzare immobili funzionali, durevoli, sicuri e appetibili sul mercato real estate internazionale. La scelta di rispettare gli standard internazionali si è rivelata vincente sotto vari punti di vista: funzionalità degli spazi (camere spaziose che ospitano letti realmente king size), sicurezza (sprinkler ovunque), comfort (abbattimento acustico) e design ricercato ispirato ai colori del territorio».

Secondo lei far parte di una catena, aggiunge valore a una struttura?

«Certo, proprio per gli aspetti sopra indicati, siamo stati riconosciuti da Best Western International come un’eccellenza. Non a caso la Catena ci ha attribuito il suo brand più prestigioso, Premier, e oggi siamo nella classifica dei primi cinquanta business hotel al mondo per Hotels.com».

Cosa cerca la clientela?

«Cerca la standardizzazione perché dà sicurezza, in particolare quando si tratta di clientela business. Un uomo di affari o un organizzatore di eventi ci sceglie proprio perché garantiamo l’efficienza attraverso audit annuali di qualità. Questa è una conditio sine qua non per far parte della nostra catena; in più, i clienti vengono fidelizzati attraverso un sistema premiante, con il rilascio di una tessera personale denominata Best Western Rewards, che permette di usufruire di servizi personalizzati, tariffe più vantaggiose e accoglienza prioritaria in oltre 4200 hotel della catena nel mondo. Tali benefit sono molto apprezzati anche dai nostri clienti congressuali».

Tiziano Simonato, Best Western Premier Bhr Treviso

Quali opportunità offre la destinazione Treviso per il Mice?

«Negli ultimi due decenni, grazie agli investimenti immobiliari di imprenditori del Nordest, Treviso ha notevolmente ampliato l’offerta ricettiva e congressuale con la ristrutturazione di antiche dimore storiche e la costruzione di nuovi alberghi ad ampia capacità congressuale, situati a pochi minuti dai due scali aeroportuali di Venezia e Treviso, collegati con l’Europa e il mondo intero. Disponendo di nuove infrastrutture, di oltre 700 nuove camere e di sale congressi in grado di ospitare più di 3000 persone, si è reso necessario sviluppare anche un sistema di accoglienza e di promozione tale da poter candidare Treviso fra le mete più ambite e competitive per l’ospitalità di congressi associativi, convegni e simposi medico-scientifici, convention aziendali, eventi sportivi nazionali e internazionali, sfruttando anche la vicinanza con la richiestissima Venezia, raggiungibile in meno di mezz’ora d’autostrada. Il territorio è ricco di eccellenti risorse culturali e paesaggistiche, basti pensare alle incantevoli colline del Prosecco e al patrimonio delle ville venete, raggiungibili da canali navigabili e ciclovie adeguate alle richieste dal turismo lento ed ecosostenibile. Per sostenere le imprese che hanno investito nel turismo a Treviso, adesso più che mai, serve una programmazione che risponda alle richieste e che proponga anche eventi capaci di diventare negli anni appuntamenti fissi».

Ivana Casagrande, Castelbrando

Quali ingredienti ha aggiunto Castelbrando all’offerta già ricca di dimore storiche nel trevigiano e in generale nel Veneto?

«Castelbrando è una location unica al mondo, dopo un imponente restauro conclusosi nel 2003 ha ritrovato un ruolo dominante nell’alto trevigiano, sempre avuto già dall’epoca romana, combinando perfettamente il fascino della dimora storica col comfort moderno. Ubicato in cima a un promontorio, a metà tra due dei più bei borghi d’Italia (Cison di Valmarino e Follina) Castelbrando è collegato alla vallata tramite una funicolare panoramica; in alternativa è possibile raggiungerlo attraverso la strada, ammirando parte dei 3 km di merlature del 1200 che lo circondano».

Quindi è un esempio di come una struttura, con l’intervento di privati, possa non solo essere salvata, ma anche valorizzare un territorio?

«Sì, Castelbrando è quasi un manifesto di eccellenza, sia per le soluzioni architettoniche e la scelta dei materiali, sia per l’offerta di ospitalità declinata in mille sfaccettature. È esso stesso una destinazione, e nello stesso tempo riunisce le eccellenze del territorio».

I punti di forza della struttura?

«Castelbrando è una struttura completa, valorizzata dai servizi che vengono offerti. Si rivolge al turismo leisure, congressuale, alle famiglie con bambini, al G20 come agli appassionati di ballo. Questo è possibile perché spazi e servizi si sono sempre armonizzati suggerendo opportunità impossibili in altre strutture».

Enrico Mazzocco, Relais Monaco Country Hotel & Spa

Come convivono il fascino di una struttura antica e il design firmato da famosi architetti contemporanei?

«Sono convinto che il passato e la tradizione diano valore al presente e stimolo innovativo per il futuro. Chi è privo di passato ne sente la mancanza. L’Italia è riconosciuta come culla della cultura per questo motivo siamo tanto apprezzati dal turismo internazionale. Al relais Monaco Country Hotel & Spa convivono queste due anime: storia e tradizione sono il valore aggiunto su cui si basa la nostra offerta turistica, che è volta al continuo rinnovamento della villa e dei servizi offerti».

Trasformare o aggiungere valore alla struttura, creando una spa come nel vostro caso, come viene percepito dal cliente?

«La Country Spa, circa 700 metri quadrati, con le migliori attrezzature disponibili e un arredo design, è un chiaro esempio di rinnovamento che va a completare un’offerta wellness molto apprezzata dalla clientela di oggi. Altro esempio è il neonato Technogym Fitness Space, illuminato da pareti vetrate, che si inserisce molto bene tra il classicismo della parte storica e la contemporaneità delle nuove ali progettate dall’architetto Tobia Scarpa».

Volendo stilare una top ten di ciò che cercano maggiormente gli ospiti in hotel?

«I nostri ospiti cercano innanzitutto l’autenticità. Hanno voglia di scoprire l’animus loci declinato in tutte le sue sfaccettature: dalle bellezze del paesaggio all’enogastronomia tipica, insomma riassumendo in una frase, dalle ville venete al Prosecco».

Marco Tamaro, Fondazione Benetton

Direttore, quando e perché è nata la Fondazione Benetton?

«All’inizio degli anni ottanta i fratelli Benetton, Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo, decidono di istituire la Fondazione Benetton Studi ricerche, affidandola a un gruppo di studiosi – gli architetti Nico Luciani e Tobia Scarpa e lo storico Gaetano Cozzi – che danno vita a un istituto culturale del tutto originale, radicato nel territorio trevigiano, ma con la mente aperta all’Italia e al mondo, e con un’attenzione concentrata soprattutto sugli studi e le ricerche nel campo del paesaggio: è del 1990 il primo Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino. Dal 2003 la Fondazione trova sede nei palazzi Bomben e Caotorta, più adatti all’ampliamento delle attività che oggi si articolano in tre settori: il paesaggio, la storia del gioco e i beni culturali. Il traguardo dei trent’anni di vita ci conduce verso una nuova sfida: rilanciare la scommessa iniziale di mantenere viva e attuale una realtà culturale capace di farsi interprete dei tempi e di giocare d’anticipo».

Elisabetta Caminiti, Meeting Company Mine, Treviso

Nei prossimi anni la sfida della Meeting Company italiana dovrà misurarsi con competitor agguerriti, come si potrà emergere?

«Nei prossimi anni la vera sfida sarà vincere la competizione con i paesi leader del Mice mondiale per intercettare i nuovi flussi turistici internazionali. MINE ha accettato anche questa difficile sfida e insieme ai soci italiani ha contribuito a creare i-am LAB (ne avevamo parlato qui), un laboratorio di alta formazione per la meeting industry ha preso il via questo autunno. I-am Lab offre una formazione costruita su misura direttamente da professionisti esperti della meeting industry, eccellenze nazionali che porteranno in aula gli argomenti topici della professione e i trend del momento nel mondo Mice. L’esperienza e la competenza dei docenti si fonderanno in un mix pratico-teorico orientato al metodo learning-by-doing che sin da subito porterà i partecipanti ad elevare il proprio sapere e saper fare».

 

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Per maggiori informazioni sulle strutture, clicca su dettagli e consulta le schede della nostra Directory:

Best Western Premier BHR Treviso Hotel
Best Western Premier BHR Treviso Hotel
Via Postumia Castellana 2
31055 Quinto di Treviso (Treviso) - + 39 04223730
Relais Monaco Country Hotel & SPA
Relais Monaco Country Hotel & SPA
Via Postumia 63
31050 Ponzano Veneto (Treviso) - + 39 04229641
Villa Pace Park Hotel Bolognese
Villa Pace Park Hotel Bolognese
S
Via Terraglio, 175
31021 Preganziol (Treviso) - 39 0422490390
Villa Fiorita
Villa Fiorita
Via Papa Giovanni XXIII, 1
31050 Monastier di Treviso (Treviso) - +39 0422898008
DoubleTree by Hilton Venice North
DoubleTree by Hilton Venice North
Via Bonfadini 1
31021 Mogliano Veneto (Treviso) - +39 041.5977001
Castelbrando
Castelbrando
Via Brandolini 29
31030 Cison di Valmarino (Treviso) - +39 0438.9761
Villa Contarini Nenzi Hotel & SPA Residenza d’Epoca
Villa Contarini Nenzi Hotel & SPA Residenza d’Epoca
Via Guizzetti 78/82 - GPS: Preganziol – Strada Nenzi
31030 Dosson di Casier Treviso (Treviso) - +39 0422.493249

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