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2018

Come sono cambiate le aspettative dei viaggiatori di lusso

Spunti di riflessione sul soggiorno di lusso, che oggi, più che un servizio, è un’esperienza unica
 

Luxury experience_1

In occasione di un recente incontro di HHN con alcuni hotel manager di strutture cinque stelle internazionali (tra i quali Philip Barnes, AD del Savoy di Londra, Shaun Campbell, AD del Langham di Hong Kong, Aaron Kaupp, direttore generale del Royal Monceau Raffles di Parigi e Andrea Scherz, direttore generale del Palace di Gstaad), sono emersi alcuni interessanti cambiamenti circa le aspettative dei viaggiatori di lusso. Atmosfera informale, interazioni significative, estrema personalizzazione dei servizi sono alcuni dei concetti chiave emersi dallo scambio che ha evidenziato il modo in cui il lusso sia cambiato negli ultimi 15-20 anni; se fino a qualche decennio fa gli hotel di lusso anticipavano comfort e servizi – che poi si sarebbero potuti replicare nelle abitazioni private – con gli ospiti che si trovavano a vivere un’esperienza di grande innovazione e sorpresa, oggi quasi tutto è già stato visto e vissuto; parallelamente, le persone ricche dispongono di risorse e mezzi per viaggiare e concedersi una luxury experience accessibile che, come tale, è molto più casual e friendly.

Il lusso contemporaneo

Il lusso contemporaneo, il jet personale, la limousine sotto l’ala, sono talmente citate tra gli ospiti degli hotel di lusso da risultare quasi familiari per la clientela dei cinque stelle; così il butler personale e il free cocktail bar in camera sono caratteristiche che non fanno sobbalzare nemmeno i nuovi ricchi. Il vantaggio, dicono gli aristocratici viaggiatori europei (ovvero i ricchi da tre generazioni), è la sospensione dei severi codici di condotta, servizio e abbigliamento tipici del secolo scorso. Quello che non è cambiato a livello di offerta, e su cui tutti i manager sono concordi, è l’attenzione ai dettagli, la personalizzazione del servizio, la comprensione dei bisogni dell’ospite e delle nuove sfumature in fatto di ristorazione e materie prime per la tavola.

Il lusso consiste nell’unicità dell’esperienza

Un dato interessante emerso dall’incontro è quello relativo all’età media dei luxury traveller, che si sta abbassando sempre più e oggi non arriva ai 50 anni. Queste persone cercano esperienze uniche e irripetibili come un giro in sidecar per Parigi, un incontro privato negli atelier di alcuni degli stilisti giovani emergenti a livello mondiale, una cena su misura unicamente con prodotti di piccoli produttori locali, una giornata trascorsa in un rifugio alpino del 1800 ristrutturato conservandone l’autenticità, per vivere un’esperienza di montagna come 200 anni fa: senza elettricità; ma lo scacchiere del lusso è così vasto da illuminare i prodotti di Louis Vuitton, così profittevole da produrre sfumature di oro e di platino.

Possiamo dire che la ricchezza è tale da rendere attivi due partiti: quello dei Four Seasons e quindi del classici Savoy, Palace, Langham, Ritz Carlton e Raffles più affini alla tradizione e quello degli hotel solo apparentemente più casual, per musicisti, attori, artisti e millennial ispirati e fortunati; emblematici di questo partito che condivide jet privati e limousine sono i cinque stelle shabby chic ma non impolverati di Londra, New York, Los Angeles, come ad esempio The Courtain, The Ned, Soho House di NY e Chateau Marmont di L.A. Tutti – a ben guardare – propongono servizi di ristorazione e accoglienza vagamente ispirati dal grande Ian Schrager.

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